daniele di benedetti

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Costruire la risalita

Dietro ogni difficoltà si cela un’opportunità: è ciò che ci sentiamo ripetere continuamente, l’incoraggiamento di chi cerca di vedere il lato positivo in ogni cosa. L’indugiare e lavorare alla fatica che comporta il vivere la complessità del momento può spingerci a una riflessione ancora più profonda, quasi viscerale, che può diventare uno strumento pratico per ogni risalita.

Non si deve uscire dal fango – sostiene Daniele Di Benedetti, autore, esperto di PNL e coaching ad alte prestazioni – Il fango lo si deve abbracciare perché è la nostra bellezza, la nostra cura per l’anima, necessaria per il suo risveglio e per i nostri progressi.

Restare nel fango significa abbassare le aspettative della nostra vita, accontentandoci di vivere al di sotto del nostro potenziale. Eppure è difficile resistere a questa tentazione: siamo cresciuti in un ambiente che spesso ha scoraggiato le “diversità” (del bambino troppo vivace o troppo estroso) appiattendo i gap di originalità. L’omogeneità, del resto, è più facile da gestire e non richiede lo sforzo di innalzare le particolari doti di uno. Ciò ha determinato la normale propensione all’accettazione, che stempera determinazione e spinte interiori. Esse, del resto, da sole non bastano: per dare una svolta alla propria vita occorre una strategia.

La strategia è una via d’uscita da tutto quello che facciamo di solito, è il darsi la possibilità di creare qualcosa di diverso nella propria vita. Tutte le convinzioni che abbiamo su come sia “giusto” comportarsi nella vita privata, al lavoro, la percezione che abbiamo dei soldi e delle nostre possibilità non sono la realtà, ma paletti limitanti.

E non c’è mai un “ormai è troppo tardi per dare una svolta”: Stan Lee, il celebre fumettista Marvel, ha iniziato la sua carriera all’età di 40 anni; Henry Ford ha creato la prima vettura a 45 anni; Andrea Camilleri ha cambiato la sua vita a 70 anni, i suoi libri sono diventati famosi in tutto il mondo dal ‘95.

D’altra parte, la strategia deve tener presente che il cambiamento non arriva dall’oggi al domani: il sopravvalutare le nostre capacità o la scelta di strafare non conduce a un altrettanto rapido risultato. E quando questo non arriva, ci si può scoraggiare. Invece dobbiamo costruirci un percorso che, per quanto lungo e sfidante, tenga conto di singoli step necessari e concreti che ci portano a fare grandi progressi, nutrendoci con le letture, chiacchierate con le persone che abbiamo vicino, nuove conoscenze e tutto ciò che può condizionarci positivamente nel lungo periodo. Questo sarà il vero e proprio percorso propedeutico al cambiamento.

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